21 ottobre 1982
Mandato da DIO Trinitario poiché se Egli non fosse noi non
saremmo anime et allora tutto in Lui facciamo, in Lui viviamo et
l’amore che ci fa vivere è il Suo amore che ci fa agire essendo noi i
Suoi raggi, Egli: il Sole! Così diceva Francesco, il serafico, così è.
Dio è l’Altissimo nostro sole, noi i Suoi raggi provenienti da Lui, dal
Suo amore, da! Suo pensiero creante. La mia storia conoscete, ma
qui in questa sede spirituale poco importa di me, qui sono un’anima
felice che vi parla della fede! Cos’è questa fede? Credere in DIO,
certo ma come? In quale modo? Vi sono molti modi di aver fede.
Vogliamo esaminarli assieme?
La fede del convertito: egli ha certamente avute grosse prove e
vivendo ora una vita diversa da prima, sentendo allora in se stesso
vivere l’anima che prima non sentiva, egli vive allora un’esperienza
nuova che lo esalta e se di indole aperta ne vuole agli altri
comunicare tutta la bellezza di questo aver trovato ed è il vero
apostolo che dona e sente.
La fede di colui che è stato educato appunto nella fede: caso
normale, una forma di abitudine se non la sa alimentare egli diviene
un tiepido e non progredisce.
Altri modi di aver fede: quello superstizioso, quello timoroso, quello
non consequenziale.
La fede è un dono che si conquista, deve essere interiore, ma deve
essere dimostrata e testimoniata negli atti esteriori. Deve essere
consequenziale, non fine a se stessa: ovvero credere in DIO,
pregarlo e non amare il mondo, anzi giudicarlo e giudicare chi non
prega o non pratica la fede. Questo è il bigottismo tanto dannoso
poiché poco esemplare.
Altri modi di aver fede vi sono, tanti i modi di essere delle creature!
Occorre voler progredire in se stessi, nel modo migliore, tendere
alla perfezione, se pure non è facile, ma è dovere del vero credente,
è dovere poiché sarà conquistarsi il Paradiso, non utopia, non
parola: realtà e vita. Progredire allora per il bene e la vita eterna
dell’anima. L’uomo si ama ed è naturale, si ami allora in funzione
della vita della propria anima e ami DIO che è l’artefice della vita
umana per provare l’anima e portarla in alto!
Sono un seguace di Francesco, una vita terrena cercando il suo
esempio. Francesco ha affascinati e trascinati molti e ancor oggi
trascina.
Francesco è il santo che più imitò Cristo. Noi conosciamo ora il
volto, lo sguardo, la voce di Cristo. In Paradiso abbiamo sapienza e
conoscenza, visione, libertà e poteri che voi non potete immaginare.
Dal Paradiso vegliamo e seguiamo i fratelli pellegrini sulla terra.
Cristo partecipa alla nostra vita celeste. Cristo è in mezzo a noi
visibile! In mezzo a voi invisibile! Lasciai la mia terra, non ebbi
nostalgie, ero attratto da DIO e allora null’altro poteva attrarmi. Così
voi, se più attratti, più vi sentirete staccati da tutto ciò che è terreno,
la vostra fede sia allora quella vera, inferiore, consequenziale e con
un grande affidamento in DIO che se vero, verrà sempre premiato e
nel grande e nel piccolo. Essendo stato inviato per questi spirituali
esercizi che sono per voi che ascoltate, grande è la mia gioia per
questo privilegio che altri hanno come me avuto e Agostino, e
Francesco e Bonaventura e Tommaso. Dottori della Chiesa o
pilastri della Chiesa. Francesco! La colonna portante del suo tempo!
“Francesco ripara la Mia Chiesa!” tutti i santi hanno ascoltato la
voce di Cristo. Ai santi ai peccatori Egli parla. I santi possono
ascoltarlo poiché in essi è perfetta la grazia. I peccatori sono sordi
alla Sua voce. Occorre aiutarli, occorre fare ogni cosa per essi:
sono fratelli. Occorre amarli in DIO!
In questi tempi: i vostri, in cui il Cielo sceglie alcune creature sparse
nel mondo, a dire ancora la stessa Verità ad allargarla e
riconfermarla, in modo più evidente, che nel tempo creature
privilegiate sempre sono esistite, si hanno allora i mezzi di DIO per
convertire: anche queste mie parole: io, Antonio di Oporto, Antonio
di Padova, che in DIO mi manifesto quale raggio di luce per
illuminare. E’ il vento di DIO che spira sulle piccole creature dolci:
un dolore grande, inconsolabile, uno spirito puro… E il vento che
allora alita e consola, e la preghiera di un angelo-figlio che desidera
aiutare i suoi cari, è il disegno divino che prova col dolore, il dolore
più santo, quello di una madre, ma con la voce e la presenza di
Cristo e la Sua Parola, l’anima si sente consolata, l’anima spera,
l’anima crede, l’anima allora respira. E Cristo in mezzo agli uomini
ripete per mezzo di una creatura le antiche, nuove, attuali: eterne
parole di vita! E manda Sua Madre a narrare la piccola e grande vita
di Nazareth: l’orto, il giardino, il mercato…E manda noi dal
Paradiso, santi, dottori, fondatori di ordini, quale il dolcissimo e forte
Paolo della Croce, apostestoli. uomini, fratelli e angeli! Gli angeli
vengono mandati a confermare la loro esistenza in un tempo in cui
certi vogliono una fede razionale, ma allora fede non è più poiché la
fede non può essere razionale.
La fede è mistero bellissimo, sogno realtà, vita dello spirito, incanto,
poesia e speranza. Questo è il modo di aver fede!
Antonio
E dell’argomento fede passeremo a tutte le conseguenze: carità,
amore, perdono. Questo è soltanto aver porto l’argomento poi lo
svilupperò per voi con gioia.
23 ottobre 1982
Parliamo ora delle conseguenze della fede.
La prima è la carità che bene vi viene spiegata dal Vangelo santo, e
a voi dalle sante creature celesti.
La carità viene spiegata da secoli! Difficile praticarla completamente
poiché insito nell’uomo è l’egoismo, tuttavia c’è chi più, chi meno è
generoso. Agli occhi del mondo il vero caritatevole può sembrare
pazzo, sempre per l’egoismo del mondo che trova giusto che
ognuno pensi a se. E allora, considerato questo, il mondo manca
troppo spesso di fede. Dal modo di agire si dimostra la propria fede,
non dal proclamarla. La prima conseguenza della fede: la carità
occorre allora mettiate in pratica. Non è facile per voi che vi fermate
alle soglie della vostra porta, né per voi che ricdiimaterialmente date
gli avanzi e così senza sacrificio! Ricordate l’obolo della vedova… La
carità è rinuncia di qualcosa di sé stessi: tempo, riposo, danaro, e
altro che donandolo vi ponga in uno stato di sacrificio e questo è il
merito. Non per acquistarvi un merito siate caritatevoli, ma per
amore al prossimo e così a Cristo, a Dio! “Ciò che darete ai fratelli,
lo darete a Me…” La carità se fosse vissuta cambierebbe la terra. E
allora qual è la fede di colui che pratica la Chiesa, che si vanta di
pregare e nel campo del suo commercio guarda soltanto al suo
tornaconto. Egli serve due padroni, e quanti lo fanno? Significa
mancare di carità e anche di onestà. Chi è caritatevole non può non
essere anche onesto. La fede deve fare agire con carità, onestà,
lealtà, sacrificio. La fede non è superficiale e se è così non è fede. Il
mondo guarda le proprie ore, nessuno vuole sconvolte le proprie
abitudini, molti si sentono generosi poiché danno ciò che ad essi
non serve.
Se voi fate un acquisto giusto o necessario poiché vivete nel
mondo, fate in modo di non scegliere il meglio e con ciò che per il
meglio avreste dato, date allora il resto a qualcuno. Questo è iniziare
ad essere caritatevoli. Se qualcuno ha bisogno di voi prodigatevi, non
guardate le vostre abitudini, le vostre comodità, sopportare è ancora
carità e pazientare è carità. Non vengo a farvi una lezione con
presunzione, vengo con umiltà, con amore, vengo mandato da Dio!
Cristo ha chiesto al mondo I’ amore, la carità. Da secoli! Gli uomini
sono sempre altri, foglie che cadono, ricrescono germogli, foglie
morte. Così anch’io Antonio, il santo! Non faccio vanto di questa
santità: tutti siamo santi in paradiso e santità altro non è che fare
la volontà di Dio: amore, carità, sacrificio. Cristo ci ha promessa
felicità terrena? Cristo ci ha indicata la via verso la celeste felicità. Il
mondo ha persa di vista la meta e allora la cerca dove non è: in
terra, con danaro e la fama. “Beati quelli che piangono!” E voi che
piangete comprendete meglio chi piange. Alleviare I’ altrui dolore
vuoi dire alleviare il proprio. Nel donarsi si prova allora gioia. Ti
lascio alle tue ore, tu doni ore. Ti lascio alla pazienza, al sorriso, ali’
amore.
Pace e bene
Antonio da Padova
Dopo ti parlerò della spiritualità, grande conquista dell’anima.
25ottobre1982
La spiritualità è sentire Dio nella propria anima e allora può essere
del più semplice e anche del più dotto, ma non fa parte della
cultura, semplicemente viene dall’anima e la si può esprimere o si
può esserne pregni senza avvertirla. Occorre allora esercitarsi per
conquistarla? Certamente con la volontà, ascoltando Dio nell’anima:
ovvero pregando veramente, che pregare veramente non è dire le
orazioni, ma essere uniti a DIO nel pensiero ed essendo veramente
uniti a DIO e così amandolo si conquista spiritualità. E’ crescere
dall’alto. E’ allora staccarsi dalle cose vane, è vedere la realtà in ciò
che non si vede, e vedere la vacuità delle cose materiali. La
spiritualità si ha e si acquista migliorando in sé stessi. Per migliorarsi
occorre sacrificio, occorre voler essere migliori. Dominare il proprio
carattere, soffocare il proprio io. E’ spiritualità elevarsi con l’anima,
mai dimenticare che si è ascoltati nei pensieri e guardati nei
sentimenti più nascosti. Non è farsi vanto di ciò che si conosce di
cose divine o farsi vanto di pregare, è essere uniti a DIO col
pensiero. La spiritualità si può accrescere con la conoscenza e più
spiritualità più si acquista allora sapienza poiché più si vive uniti a
DIO, più Egli, Uno e Trino illumina.
Non è studio arido che non si può studiare la scienza dell’ amore
con freddezza o per cercare qualcosa che ci possa far scusare noi
stessi, nò, essere spirituali significa vivere intensamente con l’anima
e stare così vicini a DIO.
Colui che studia e sviscera può allontanarsi dalla spiritualità se ha il
difetto di analizzare con terreni ragionamenti la divina scienza. Così
siate semplici e aperti, amando DIO ed essendo ad Egli uniti col
pensiero, come se Egli, Uno e Trino, fosse la vostra ombra: ombra
di luce che illumina. Pregare è essere spirituali se si sa pregare.
Senza chiedere, ma con un discorso dall’anima a ringraziare e a
rendere gloria, con fiducia e affidamento totale. Parlavo già allora
di questo ai miei cari fedeli, amavo far entrare DIO nei loro cuori!
Grato compito ha il sacerdote, tanto grato che talvolta egli stesso
non ne comprende la grandezza. Far entrare DIO nelle anime è
ben soddisfacente. La mia vita terrena non fu certo lunga, erto fu il
mio sentiero! Ora vivo e vedo il sole!
Pax et bonum
Antonio
Parleremo dopo della pazienza e del saper sopportare.
28ottobre 1982
La virtù dei più umili, che sono di per sé stessi virtuosi per la loro
umiltà, è la pazienza. Deriva dalla fede vera poiché è saper
aspettare, saper sopportare, saper tollerare. Il superbo non è
paziente, ad esso tutto è dovuto, ma la superbia è anche mancanza
di fede, poiché è sentirsi importanti nel proprio io. Colui che ha fede
vera sa che ogni cosa ricevuta è appunto ricevuta e non acquistata
da sé stessi e per i propri meriti. Questo è un esercizio sulla
pazienza: grande forza di carattere, il paziente è veramente forte e
sa aspettare poiché ciò che in terra si desidera si può bene
aspettare o farne ameno, se si vive più di spirito e con lo spirito. Il
paziente comprende e tollera: ecco allora nella pazienza c’è carità e
allora amore. Il paziente sopporta e allora nel paziente è I’
accettazione. Infine il paziente è un saggio appunto per questa sua
pazienza. La virtù degli umili, la virtù dei giusti! Una delle
conseguenze della fede, che senza conseguenze neppure può
essere fede, ma soltanto sentimentalismo. La fede occorre viverla!
Sono passati secoli dal mio tempo, sono nato a Lisbona, ma stetti a
Oporto per studiare e a Padova per testimoniare. La mia lingua: il
portoghese, ma a te parlo con vibrazioni di universale lingua: la
lingua dell’amore che tutti nel Paradiso comprendono, e si
comprendono poiché l’amore unisce e si fa comprendere anche
attraverso uno sguardo. Uno sguardo? Certo: abbiamo occhi
spirituali che vedono molto di più degli occhi di materia. Così tra di
noi, io parlo e tu scrivi nella tua lingua. Con pazienza ascolti: la
pazienza, quella virtù di cui ho parlato, quella grande forza degli
umili!
E’ l’umiltà anche pazienza. In umiltà si tace e si accetta e l’umiltà è
riconoscere ciò che abbiamo e che viene da Dio, non è nascondersi
e piegare il capo, non è allora ipocrisia ma è sapere e riconoscere
che senza DIO nessuno è qualcuno. Facevo questi esercizi per lo
spirito ai miei fratelli, ai miei fedeli. Ora inviato da DIO a rifarli nei
vostri tempi a voi, è per me felicità che si aggiunge alla mia felicità
eterna. Quante volte predicando dicevo a me stesso: “Tu predichi,
ma sei certo tu di fare ciò che agli altri dici di fare? Sei tu umile e
paziente?…” Rimettevo all’Altissimo queste mie domande e il cuore
mi diceva la Sua risposta. Pazienza nel desiderare, pazienza
nell’accettare, pazienza nel rinunciare, pazienza nel tollerare…Siate
pazienti col mondo che vi circonda, cercate di essere comprensivi.
Siate pazienti nel lavoro e nello stato in cui vivete. Non è sempre
facile. E’ questione di indole ma anche di volontà. Occorre mettere
sempre la propria volontà al servizio di DIO. Forse tra di voi può
esservi qualcuno che non crede fermamente in DIO e così Lo
giudica(non credere in DIO per dei dubbi che ci si pongono è allora
giudicarlo). Voi che lo giudicate e non fate nulla per migliorarvi,
dove pensate di poter andare un giorno oltre i giorni? E siete certi
allora di non mettervi al servizio di DIO e di fare la vostra vita di
comodo, poiché DIO non esiste altrimenti sarebbe, come potete voi
spiegarlo di essere nel giusto? Non è possibile, voi state
cercando…Se avrete pazienza troverete, cambierete e avrete quella
pace in voi che ora non conoscete. Pazienza nella fede: una
conseguenza, pazienza nel cercare per trovare. Meditate su questo
piccolo esercizio, vi serve per diventare pazienti voi che non lo siete,
per esserlo ancor più, voi che pazientate…
Per arrivare in alto, per passare da quella porta occorrono le virtù
vissute nella fede! Quale virtù tratteremo il prossimo esercizio?
Proviamo a trattare sull’onestà e avremo molto da dire e insegnare,
io col pensiero, tu con la mano uniti nell’amore.
Pace e bene!
P. Antonio
Vi saluto con quelle parole di Francische che portano veramente e
bene e pace.
30 ottobre 1982
Se ora vi parlo dell’onestà non è certo per voi che per grazia di DIO
e vostra indole avete sempre vissuto onestamente, ma io parlo per
altri che leggeranno o ascolteranno e faranno così un esame di
coscienza, sempre che credano nelle mie sovrannaturali parole.
L’onestà è tante cose, ha così tante forme: onestà morale e onestà
materiale. Essendo il materialismo a soffocare le anime, ecco che
allora tutti vogliono molto e per avere si comportano senza onestà.
Onestà non è certo quella del medico che avendo un nome valido,
approfitta senza scrupolo verso il paziente che talvolta sacrifica
molto per curarsi. Onestà non è certo del venditore che ruba sul
peso, che vende mercé scadente e così ancora questa onestà è
tanto rara quando si tratta di poter approfittare senza incorrere nella
legge umana. Esiste la legge divina. L’onestà morale è essere leali,
essere sinceri, essere fedeli! La sincerità è allora vera onestà, che
talvolta viene fraintesa. Ricordate sempre la legge divina! Siate per il
giudizio di DIO non per quello umano. Essere leali, dire sempre il
vero ed essere fedeli nell’amore e nell’amicizia. L’uomo che vive
ogni virtù è un sereno, dorme e vive in pace e questa è una grande
ricchezza spirituale. Ben più importante della ricchezza materiale,
poiché per passare dalla terra basta il giusto e per quello c’è
sempre (per chi crede) la Prowidenza. Coloro disonesti che corrono
dietro al danaro, mai potranno vivere l’onestà. L’avidità abbaglia e fa
sbagliare sentiero. Voi che andate davanti all’altare, guardate prima
dentro e guardate la vostra onestà, se non la vivete è inutile la
vostra preghiera che rimane soltanto parole! Meditate su questa virtù
che abbraccia molti campi, questa virtù che da molti è predicata per
timore della legge umana e allora a che vale?
II mondo dei disonesti crede di ingannare e viene dopo castigato già in
terra, anzi da se stesso si castiga, poiché non seguendo la giusta via,
si procede la pace interiore. Così penso di avervi fatto un piccolo
sermone. Con questo non abbiatevi a male ciò che dico se vi sentite
o sapete disonesti. Per il bene vostro, voi forse vivendo in un mondo
dove il disonesto passa per furbo, avete perso il vero senso delle
cose giuste. Un sermone da amoroso fratello che vi parla con
semplicità e con vero affetto. Emendatevi e il mondo sarà migliore.
L’onestà è ancora carità, è ancora amore ai fratelli. Se voi amate
sarete onesti e allora: amate! Per ora finisco il sermone che sembra
quello di un buon parroco. Mi piace essere semplice ed è il mio
compito esserlo: parlo anche ai semplici. Tratteremo dopo la virtù
della perseveranza, per ora vi lascio alla terra e torno là dove vivono
con me coloro che hanno amato.
Pace e bene
Antonio da Padova
4 novembre 1982
Parliamo ora della perseveranza che a seconda in quale cosa si
persevera è allora o meno una virtù. Qui si parla di perseverare nel
bene, con tutta la volontà, con tutta l’anima e allora con sacrificio,
con rinunce, con forza. Poiché perseverare è allora voler crescere
interiormente: perseverare nel fare ogni bene, mai abbandonarsi
alla pigrizia o all’omissione, perseverare combattendo i propri difetti,
perseverare nella sopportazione. E allora perseverare nella volontà
di DIO può diventare santità, se questa virtù la si pratica
completamente. Si tratta allora di metterci tutta la volontà, di
pregare per essere aiutati in questa ascesi e non è facile
certamente: occorre iniziare, occorre provare e occorre:
perseverare! Quante virtù occorrono allora finché l’uomo si
perfezioni? Moltissime e tutte sempre derivanti dalla carità. La
perseveranza è così voler essere sempre pieni di carità, aver
coraggio, aver volontà. Tutto questo deriva allora dall’amore.
L’amore in DIO, poiché è l’unica fonte di forza, che se non si ama
DIO non si amano i fratelli con perseveranza, con forza e ci si può
abbandonare allora alla pigrizia, ci si può allora nel dubbio rilassare
poiché avendo dubbio di fede in DIO, vale allora la pena del
sacrifìcio? Ci si può allora sacrificare per un altro scopo: donare a
DIO i propri meriti e anche poiché essendo creature si anela al
premio eterno. Senza fede resta tutto inutile. Senza la fede a che
vale ogni virtù? Esistono tuttavia creature virtuose e generose che
in DIO non credono, nel tempo verrà premiata la loro bontà o la loro
generosità: DIO darà ad esse un segno. Vediamo così molti santi
che furono buoni e generosi anche prima della conversione, anche
se conducevano vita sbagliata.
DIO si mostra ai giusti, appare agli occhi del loro spirito, se bene
agiscono anche senza credere. E coloro che si proclamano credenti
e non sono generosi, non sono perseveranti e non sono caritatevoli!
Abbiamo già toccato nel capitolo della fede questo tasto: questi non
hanno fede ma hanno sentimentalismo. Molte virtù per santificarsi
eppure può essere d’ognuno la santità. E’ volontà e amore, è
interiore e traspare. Sulla perseveranza si potrebbe parlare a lungo.
Si dovrebbe perseverare ogni giorno in ascesi continua dell’anima:
nella carità, nella generosità, nella preghiera. Vi sono coloro che
usano per altro scopo la loro perseveranza: per progredire in altre
vie, allora più non è virtù se lo scopo è materiale e per la materia.
Senza perseverare nelle virtù a che valgono esse virtù? Se temete
di essere deboli, chiedete aiuto a DIO, se temete di non riuscire non
abbandonate egualmente il desiderio di raggiungere alti vertici dello
spirito. DIO ama tutti e per lo spinto sempre esaudisce. Dovete
ovviamente esercitarvi sempre, ogni giorno, senza mai perdere il
vero punto di vista: DIO, la vera luce, la vera meta. Da questa luce
viene la forza, vengono gli aiuti! Perseverate nelle virtù: vivrete nella
luce eterna.
Fra Antonio
Dopo parleremo di un’altra virtù: la calma. Sembra una piccola
cosa, somiglia alla pazienza: è grande!
Pace e bene
9 novembre 1982
Iniziando un altro esercizio vi benedico e vi sorrido, per
quell’affetto, quell’amore universale che ci lega gli uni agli altri e del
quale amore e del quale affetto è pieno il Paradiso. Parliamo della
calma. Calma nel modo di agire ovvero equilibrio sempre. Imparate
a vedere ogni cosa nel giusto modo: con calma, con equilibrio!
Imparate a prendere con calma ogni cosa che vi può contrariare
fino a considerarla una giusta prova nel giusto senso. Imparate a
non giudicare: quando ne avete occasione siate allora calmi fino ad
essere in grado di essere obbiettivi e allora non giudicherete poiché
non sta all’uomo il giudizio. A volte constatate dei fatti, in tal caso
occorre dire a colui del quale constatate i fatti, il vostro pensiero per
consigliarlo e migliorarlo, così come voi dovete con calma accettare
chi vi consiglia per migliorarvi. La calma è sorella della pazienza e
dell’equilibrio. L’equilibrio sia in voi. Per essere esemplari occorre
avere equilibrio, occorre essere misurati, occorre essere nella
realtà. Per testimoniare ed insegnare occorre dare prima
testimonianza della propria fede vissuta esemplarmente. La fede si
dimostra con l’esempio, non con la parola, che può essere detta
senza essere vissuta, se la vostra parola è detta e vissuta, è Parola
di DIO che opera. Occorre avere la fede con ogni virtù, l’una
completa l’altra e occorre la volontà di praticarle. Ricordo, già allora
dissi queste parole e mi guardavo dentro: desideravo essere nel
giusto per parlare, spiegare, testimoniare. Chi ama dona amore, chi
ha in sé stesso equilibrio e calma li dona. Chi desidera ed è
caritatevole può allora consigliare la carità, predicare la carità. Per
dare occorre avere in sé stessi ciò che si dona. In quel mio tempo
lontano fui ascoltato, e voi ascoltatemi poiché questa è Parola di
DIO, il quale Uno e Trino mi manda a voi.
.segue mess . 9 novembre 1982
Egli si serve anche di me per allargare quell’insegnamento che
oggi, per voi è carente. Ogni mezzo è mezzo di DIO per la
salvezza degli uomini. Se mancano mezzi terreni, Egli usa mezzi
celesti. Sempre per questa meravigliosa Comunione dei Santi. I
Santi in comunione con i passeggeri della terra: i fratelli che
attendono di vivere. Cose semplici, ma essenziali, parlo ai semplici
ed anche i dotti potranno comprendere se vorranno. Tra di voi vi
sono dei dotti che cercano ciò che è più complicato da
comprendere e non si vogliono abbassare ad ascoltare semplici
parole di Verità. Vi dico allora che la vostra dottrina esula dalla
sapienza, la vostra è scienza terrena: cercate di sapere della
celeste scienza! La calma! Siate calmi anche nell’ascoltare per
imparare e per discernere in voi e fare ciò che è bene. Non è
difficile discernere: avete coscienza del male e del bene ma: siate
egualmente calmi. Siate calmi nel pregare; ovvero pregate quanto
potete ma in sentimento, non dite orazioni senza pensare a ciò
che dite, senza calma e per timore o per un dovere che veramente
non sentite. Siate calmi nei vostri sentimenti: equilibrati e giusti
sempre! Per ogni virtù metteteci la volontà che è anche una virtù, e
a DIO Trino chiedete la grazia del suo aiuto. E ora con calma
leggete, con calma meditate. Non è poi una virtù tanto facile
questa.
Fra Antonio
Dopo parleremo del modo di poter essere generosi sempre più. Ora
studiate bene la lezione.
19 novembre 1982
E allora miei fedeli, eccomi con voi a parlarvi questa volta della
generosità: una bellissima virtù che fa parte della carità, poiché non
potreste essere generosi se non siete caritatevoli. Ed essere sempre
più generosi è così un’ascesi spirituale ed un vostro atto di volontà.
Dovete per essere ancor più generosi staccarvi piano piano
(certamente siete e anch’io lo fui, umani) da tutto ciò che è materiale,
imparate a rinunciare con gioia, imparate a non dare importanza alle
cose, così per essere generosi in materia potrete esserlo vieppiù. Per
essere generosi nelle cose più importanti: quelle dello spirito occorre
siate veramente convinti sulla vostra fede e allora approfondite in voi
la conoscenza di DIO per darla poi ai fratelli e farlo conoscere nella
vita di Cristo, la Sua Passione, la Sua Resurrezione e la Sua Parola
di vita eterna! Occorre superare l’ostacolo del tempo, non siate avari
del vostro tempo, mettetelo a disposizione di DIO Trino e allora del
prossimo. Imparate per essere più generosi a guardare i pregi dei
fratelli e mai i difetti, ignorate la diffidenza e abbiate il cuore aperto.
E siate umili!
Per essere generosi occorre essere umili! Mettersi così a
disposizione di tutti e non pensate di discernere, ma accettate tutti
egualmente da fratelli in umiltà e generosità. E sappiate rinunciare e
sacrificare. Non potete essere generosi se guarderete a voi stessi, ai
vostri agi, e alle vostre ore. Le ore vengono date da DIO per usarle
nel bene. DIO ci ha creati affinchè noi lo conoscessimo e per servirlo
e amarlo e per goderlo dopo in Paradiso. Ci ha creati perché ci ama
e vuole farci godere la bellezza infinita del paradiso. Attraverso le ore
che mai devono essere sprecate ma dedicate a DIO nel pensiero, nei
gesti, nella carità e allora nella generosità. Pensate prima agli altri e
dopo a voi. E ponete ad essi la dolce figura di Cristo. “Amatevi l’un
l’altro”. Occorre essere generosi per amarvi l’un l’altro! Nella
generosità è la pazienza, è la calma, è l’umiltà, è il sacrificio, è
l’altruismo. Come vedete non basta una virtù. Le virtù sono un mazzo
di fiori da curare. Una soltanto non basta, e voi siate pronti a coltivare
quei bei fiori. Avrete un giardino in Paradiso. Il bene fatto mai si
perde, si accumula in quel Regno da donde vengo io per voi. Vi
create così col bene, con la carità, con la generosità, col sacrificio ed
amore ancora e tutto questo è preghiera, il vostro mondo futuro. Voi
vi create il vostro mondo che DIO già per voi ha creato, ma voi lo
guadagnerete come io feci, con la libertà, dono e grazia dateci da
DIO. E’ semplice, tutto di DIO è semplice, è l’uomo che complica ogni
cosa fino a perdere la fede che sarebbe chiara e semplice. Vi ho fatto
un’altra piccola lezione. E in quanto alle vostre suppliche, le porgerò
a DIO ed Egli tutto per il meglio farà poiché Egli sa e conosce il vero
bene.
Voi vedete la facciata della casa, non sapete cosa c’è nella casa!
Voi chiedete cose giuste a DIO che è giusto.
Vi benedico
Fra Antonio
Riano 22 novembre 1982
Miei cari, oggi per voi, e per me in Paradiso, faccio una parentesi
nei miei esercizi e vi parlo dell’amore in famìglia, dell’amore allora
reciproco e dell’amore che si deve allargare a tutti: tutti sono famiglia!
Ogni creatura è chiamata a svolgere il proprio dovere nella
volontà di DIO, ed in famiglia si deve svolgere questo dovere usando
le tante virtù che unite portano alla santità. Pazienza, tolleranza,
carità, generosità e tutte queste virtù coltivate nella speranza che poi
è fede. Così: pazienza! Ce ne vuole molta reciproca poiché le spose
devono usarla per comprendere meglio gli atti e i gesti degli sposi. E
così la calma per essere dopo equilibrati nel decidere e nell’agire.
Così la carità sempre per comprendere e pazientare, così la
generosità: altruismo che fa sì che le creature mettano gli altri
davanti ad esse: così prima i figli, così prima gli sposi. Dare e
dare. Dare amore sempre e col sorriso! Questo è il modo di fare
regnare in famiglia la pace e l’armonia. E si consideri famiglia chi si
incontra, chi ci manda DIO e allora si metta in pratica la grande virtù
che è la carità, e così la generosità. Nel passo terreno occorrono
equilibrio, pazienza, calma ma soprattutto occorre la fede che aiuta
a vivere nelle altre virtù. La fede dicono che è un dono, ma non per
tutti, DIO sa a chi donarla e sa chi deve cercarsela e conquistarsela,
poiché non sono tutti eguali, anzi ognuno è diverso per nascita,
sentimenti, circostanze, educazione, esempi ricevuti, prove di vita.
DIO Trino sa! DIO Trino da a seconda dei meriti. L’essere deve
essere meritevole: ecco la libertà umana! Crearsi i meriti con la
propria volontà in quella Divina e non volendo crearseli e vivere così
nel buio. Anche a questi e soprattutto a questi DIO dona il modo di
credere, sono essi a respingere le occasioni o a non volerle vedere.
La libertà!
Voi che sapete, voi che credete avete allora questi doni grandi che
potete far fruttare, se lo volete, ma amando DIO guardandolo nel
Santo e mirabile Volto di Cristo, ne potete ascoltare la Sua Parola di
Vita Eterna e tutto vi viene allora più facile e potete amare in
pazienza e sacrificio con gioia. Gioia nella fatica, gioia nel donarvi,
gioia nel prodigarvi. E’ nel più grande la gioia nel dare che quella nel
ricevere. Amando DIO, amando Cristo! Altrimenti non si potrebbe
gioire nel sacrificio e nella fatica se tutto questo fosse fatto per un
fine terreno, poiché ciò che si fa per un fine terreno non produce
quella grazia che ottiene l’aiuto Divino. Vi sono creature buone che
danno di se stesse, ma senza fede certamente, ma il loro dare è
limitato, il loro dare è per ciò che ad essi appartiene: la famiglia, ma
non allargano l’amore al mondo poiché non sanno che la famiglia è il
mondo. Voi che sapete aprite allora ai fratelli il vostro cuore e la
vostra porta: amate e amate! Non sempre è facile per la crescita
dell’anima e la conquista dell’eterno bene! Un’ascesi, un sacrificio,
una gioia, una pace! Fare nella volontà divina e nell’amore a Cristo è
salire con l’anima ed è felicità, è pace dell’anima. Se tutti volessero
amare in DIO, se tutti volessero conoscere Cristo il mondo sarebbe
pace ed amore. Il dolore sarebbe compreso e alleviato, la fame non
sarebbe e né materiale, né spirituale poiché c’è la fame della miseria,
ma anche quella spirituale del sentirsi amati. Miei cari, la famiglia è la
prima chiesa dei figli, insegnare ai piccoli puri, a conoscere DIO a
pregare e mettere nella loro anima un buon seme che talvolta può
restare anche per anni infecondo, ma nel tempo darà sempre frutto.
Amo spiegare in semplicità, amo spiegare in affetto.
La Comunione dei Santi, questo mio mondo che penetra il vostro,
voi accanto a me, io accanto a voi spiritualmente e illuminati da un
raggio della Luce di DIO Trino che ci dona tutto per una particolare
grazia.
Quali e quante sono le meraviglie del Signore! Il Regno Celeste che
entra nelle creature in terra per portarle dopo in alto, per viverlo, per
goderlo tutto! Un principio di bellezza per voi, questa Comunione dei
Santi, nel vostro tempo, per un disegno! Il Divino disegno del quale in
terra non si vede che la trama rovesciata!
Vi benedico in DIO nel Suo Raggio di luce che vi avvolge.
Fra Antonio.
20 giugno 2000
Piccoli sermoni che adattai ai tempi vostri e tuttavia possono essere
per ogni tempo essendo i difetti e le virtù umane sempre simili…
Così, anni prima vi ho mandati quegl’esercizi spirituali…
hanno agito in voi, siete cresciuti nello spirito?
Occorre di continuo guardarsi dentro ed giungere cosi a migliorare.
Spesso rimandate. Spesso non guardate in voi.
Troppo vi compatite. Talvolta giudicate: mai farlo!
Voi non potete sapere cosa è nascosto nelle anime altrui!
Vi sentite perfetti perché agite bene? (secondo voi) e giudicate chi
secondo voi pecca o vive non nel giusto.
Scusate il sermone, ero abituato così in quel tempo e così sono
rimasto…
Per questo ancora una volta Dio mi ha inviato a voi.
Attraverso un’anima luminosa posso così trovarmi tra di voi e
guardare il vostro io.
Ripassate la lezione.
Dopo tornerò ad interrogarvi.
fra Antonio